Ma voi chi dite che io sia?
La domanda esige una risposta personale, anche se con l'aiuto della Chiesa che professa la sua fede in Cristo. Va bene, ma al di là della formula, cosa significa Lui per me, CHI VERAMENTE E' lui?
Poi il dialogo drammatico con Pietro, in cui Gesù vede l'ostacolo, satana, in colui che pensa di fare a meno della Croce. È infine la proposta: se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua Croce e mi segua. Non ci sono deviazioni, scorciatoie, trucchi per evitarla, la Croce. Fa parte integrante del pacchetto-fede in Gesù. Prendere o lasciare.
Siamo con le spalle al muro. La croce è la verifica della nostra fede. Ma abbiamo un vantaggio di fronte alla nostra paura: Cristo è al nostro fianco, anzi ci promette che saremo come Lui, nonostante i passi indietro. Lui è la nostra garanzia di successo. Ma occorre attendere e starci insieme fino alla fine.
Domande
1. Come risuona in me la proposta di Gesù a seguirlo?
2. Che significato ha la Croce nella mia vita?
Preghiera
.O Padre, che conforti i poveri e i sofferenti
e tendi l’orecchio ai giusti che ti invocano,assisti la tua Chiesa che annuncia il Vangelo della croce,
perché creda con il cuore
e confessi con le opere che Gesù è il Messia.
Proposta
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Vanessa (venerdì, 10 settembre 2021 13:21)
1) La proposta di Gesù a seguirLo risuona come un dolce, irresistibile e anche pressante, ma non invasivo od opprimente, invito. Una promessa di cui ho già gustato i frutti e la pienezza contro la nullità o la piccolezza di altre vie, che non mi soddisfano, non mi riempiono. E nonostante si prospettino la croce, le fatiche, le lotte, le cadute che ci atterrano. La proposta di Gesù a seguirLo mi ricorda che certamente esaudirà i nostri desideri e preghiere, ma mai come immaginiamo noi...!
<<Io camminerò alla presenza del Signore
nella terra dei viventi.>> E in un altro passo: <<Mi colmerai di gioia, Signore, alla tua presenza.>> Ecco un tratto distintivo del seguirLo: la gioia davanti a Lui, alla e per la Sua Presenza appunto. La gioia di camminare con Lui. La gioia anche quando arriva la croce del dovere, delle cose che non vorremmo, dell'assistere impotenti di fronte al male e alla sofferenza del mondo, chiedendosi se vale davvero la pena impegnarsi, o meglio, continuare ad avere speranza se tanto il male continua...Sentendoci quasi in colpa perché noi invece magari stiamo fin troppo bene...Ma chiedendosi anche come poter essere un seppur piccolo raggio di luce per gli altri, proprio quel raggio di speranza che ci chiediamo se vale la pena avere. Gioia che non significa sorridere a 32 denti in continuazione, ma avere la vera pace e la vera luce dentro.
L'invito di Gesù a seguirLo fa anche paura, o meglio fa paura, perché è a dir poco scomodo, lasciare tutto e tutti, cambiare completamente vita. Eppure è proprio quello che desideriamo. Perché ci accorgiamo che altrimenti non abbiamo assolutamente niente. Che le cose e le abitudini e le sicurezze a cui ci attacchiamo sono niente e molto fragili. Ma so che quando il frutto è maturo lo si coglie, si può fare il grande salto. Non prima. Mi colpisce come in natura, quando il frutto è maturo, pesa, e se nessuno lo coglie, cade da solo. Mi sono ritrovata more in testa o sulla macchina! O sono stata colta di sorpresa dal rumore di una mela caduta. Come a dire che quando è ora di saltare, si salta e basta; quando il frutto è pronto, è pronto. Non riesci, perché non vuoi, a restare o a tornare indietro. E se non sarà l'uomo a godere di quel frutto, comunque non andrà sprecato: sarà cibo per gli animali o gli "abitanti" dell'erba e del terreno. L'albero stesso sembra liberarsi del frutto (e poi delle foglie), per poter quasi come morire leggero, senza pesi o zavorre, e ricominciare poi di nuovo a fiorire e a ridare altri frutti. E il frutto si stacca dall'albero per essere per gli altri.
2) <<colui che pensa di fare a meno della Croce.>> Anch'io a volte ho pensato di poter seguire Gesù senza croce. Magari in un periodo di consolazione, in cui Gesù ci allevia e ci fa riposare, "alleggerendo" la croce o facendocela posare un attimo. Ma era un'illusione. Era una cosa passeggera. Prima o poi, la croce dobbiamo caricarcela e andare.
La croce mi salva, mi purifica, mi ri-vivifica ogni volta. È libertà e leggerezza, anche se inchioda, pesa, fa male, ci schiaccia, fa morire...È terribile, io stessa perdo coraggio, soprattutto quando vengo a sapere di quelle degli altri, molto più pesanti della mia...Dicono che il Signore non ci dà più di quanto non possiamo sopportare. Una volta dissi a una cara monaca agostiniana che io sono talmente piccola e debole che non so portare neanche una scheggia della croce, figuriamoci una intera! E chi può farlo? Naturalmente parlando, nessuno. Non da solo. C'è un Altro con noi sotto il peso della croce, c'è un Altro nel fuoco con noi che, come i giovani nella fornace dell'episodio biblico nel libro del profeta Daniele, ci protegge comunque e <<rende l'interno della fornace come se vi soffiasse dentro un vento pieno di rugiada. Così il fuoco non li toccò affatto, non fece loro alcun male, non diede loro alcuna molestia.>>. Ma quale fuoco? Forse non il fuoco del dolore, della malattia e della morte fisica, bensì il fuoco del male, dell'infelicità, della morte eterna...<<ci ha liberati dagl'inferi, e salvati dalla mano della morte, ci ha liberati dalla fiamma ardente, ci ha liberati dal fuoco.>>.
Poi invece magari la croce ci apre nuovi e inaspettati orizzonti sconfinati, liberando potenziale, capacità e forze che non sapevamo nemmeno di avere. E forse scopriremo che non solo siamo capaci di portare una scheggia di croce, ma anche una intera, e addirittura di potere attraversare un martirio, se necessario. I santi ci sono di esempio e modello.
Concludo con una citazione dal libro di Giosuè: <<Non ti ho forse comandato: "Sii forte e coraggioso"? Non aver paura e non spaventarti, perché il Signore, tuo Dio, è con te, dovunque tu vada>>.
don Claudio (sabato, 11 settembre 2021 07:52)
Chi sei Gesù? La domanda trova in me una risposta parziale, momentanea. Tu non sei quello che può essere conosciuto in una parola o in una frase. Però posso dire qualcosa che mi aiuta a stare in tua compagnia, a lasciare che tu cammini innanzi a me e io dietro con il desiderio di scoprirti meglio e di ritrovare me stesso in Te.
La scommessa vale una vita: scommetto su di Te non perché so già tutto ma perché mi fido di Te che ha dato tutto sapendo di essere mandato dal Padre per tutti e per me. Mi fido di Te che ti sei totalmente fidato del Padre e sei vittorioso sulle malattie e sulla morte, sulla morte eterna specialmente.
Tu hai individuato nella sorte dei profeti la tua strada, che passa attraverso il rifiuto dei capi e la passione e morte di croce dello schiavo. Muori a servizio. Questa stessa strada hai voluto che fosse anche la nostra. E' la strada della fedeltà, dell'amore che sostiene qualsiasi prova, della forza di Dio nel debole, del servo fedele. Aiutami a dirti il mio quotidiano sì dietro di Te, fa che mai ti perda di vista, e se anche ci saranno i dubbi come maggior ostacolo a seguirti, apri i miei occhi e il mio cuore a riconoscere la tua misteriosa presenza accanto a me, nei fratelli, e in me, per la tua Grazia.
don Claudio (venerdì, 13 settembre 2024 17:38)
CHI È GESÙ? Come per far passare i vari passaggi nel rito del battesimo, il Vangelo di San Marco passa dalla parola data al sordomuto (attraverso l'ascolto, passaggio obbligato per la fede) alla professione di fede di Pietro, che riflette le rinunce a satana e i tre credo. Una fede che però viene subito messa alla prova dalla prospettiva della Croce. Professare la fede per noi è un dono che ci fa la Chiesa, la quale raccoglie dalla bocca degli Apostoli e trasmette a tutti coloro che vogliono credere la vera fede in Gesù. A questo passaggio però ne segue un altro: essere discepoli, cioè disposti a seguire il maestro e non a stargli davanti con le nostre prospettive umane (vedi il “vade retro Satana” nel momento in cui Pietro si ribella alla prospettiva della Croce). Non basta allora avere la vera fede, occorre la decisione di lasciare che il Cristo sia la guida, il punto di riferimento vitale, la parola che mi salva, la via che conduce al Padre. Il Battesimo ci fa il regalo di essere uniti a Cristo come i tralci alla vite, di poter dissetarci alla fonte inesauribile della sua parola, di poter godere della gioia della comunione dei santi e con Dio. La decisione di seguirlo e di amarlo va presa invece continuamente, perché ad ogni svolta del cammino si intravede un compito che per noi è anche la nostra Croce. Non saprò mai fino in fondo Chi è Gesù nella sua totalità, della sua misteriosa realtà di Verbo di Dio incarnato, però saprò sempre meglio CHI è lui PER ME visto che mi chiama ad una relazione personale, anche dopo che magari l’ho tradito come Pietro. Ma la domanda lui me la rifarà sempre: mi ami tu? E poi anche il comando: Seguimi! Seguirlo allora è l'unico sapere che mi basta per continuare a camminare nella gioia e nella speranza, con lui e con i fratelli.